Quanto ad essere felici, questo è il terribilmente difficile, estenuante. Come portare in bilico sulla testa una preziosa pagoda, tutta di vetro soffiato, adorna di campanelli e di fragili fiamme accese; e continuare a compiere ora per ora i mille oscuri e pesanti movimenti della giornata senza che un lumicino si spenga, che un campanello dia una nota turbata.
Cristina Campo, da una lettera a Gianfranco Draghi, febbraio 1959
[in esergo a Emanuele Trevi, Due vite, Neri Pozza, 2020]